Proletari in Lotta

Le canzoni Partigiane
Quelle Comuniste

Di "Fischia il Vento", che è il vero inno ufficiale della Resistenza, ne esistono diverse versioni, noi qui ne proponiamo due.
L'autore del testo è F. Cascioni, l'anno di nascita il 1944.
La musica si richiama a quella di un famoso e celebre canto popolare russo ("Katjusha").

FISCHIA IL VENTO ( 1)

Fischia il vento, urla la bufera
Scarpe rotte eppur bisogna andar
A conquistare la rossa primavera
Dove brilla il sol dell'avvenir

Ogni contrada è patria del ribelle,
Ogni donna a lui dona un sospir
Nella notte lo guidano le stelle,
forte il cuore e il braccio nel colpir.
Cessa il vento, calma è la bufera
Torna a casa il fiero partigan
Sventolando la rossa sua bandiera
Vittoriosi e alfin liberi siam.

Fischia il vento, infuria la bufera,
scarpe rotte eppur bisogna andar,
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell'avvenir.

(2)

Fischia il vento, infuria la bufera,
scarpe rotte eppur bisogna andar,
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell'avvenir.

Ogni contrada è patria del ribelle
ogni donna a lui dona un sospir,
nella notte lo guidano le stelle
forte il cuore e il braccio nel colpir.

Se ci coglie la crudele morte
dura vendetta verrà dal partigian;
ormai sicura è gia la dura sorte
contro il vile che noi ricerchiam.

Cessa il vento, calma è la bufera,
torna a casa fiero il partigian
Sventolando la rossa sua bandiera;
vittoriosi e alfin liberi siam.

Fischia il vento, infuria la bufera,
scarpe rotte eppur bisogna andar,
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell'avvenir.

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Alcune di queste canzoni non hanno un vero e proprio stretto legame con la Resistenza,
ma semmai con il Comunismo-Socialismo.

BELLA CIAO
Bella Ciao in mp3

La canzone deriva direttamente da un'aria celebre della guerra del '15-'18 ("Stamattina mi sono alzata...").
Durante la Resistenza raggiunse in poco tempo grande diffusione nelle file della sinistra. Assai incerta è l'origine del ritornello. L'autore del testo è ignoto.

Una mattina mi sono alzato,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
Una mattina mi sono alzato,
E ho trovato l'invasor.

O partigiano portami via,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
O partigiano portami via,
Qui mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
E se io muoio da partigiano,
Tu mi devi seppellir.

E seppellire sulla montagna
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
E seppellire sulla montagna
Sotto l'ombra di un bel fior.

Così le genti che passeranno
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
Così le genti che passeranno
Mi diranno «che bel fior».

E questo è il fiore del partigiano
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
E questo è il fiore del partigiano
Morto per la libertà.

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L'INTERNAZIONALE

Composta da un operaio rivoluzionario francese, Eugenio Pottier, nella estate del 1871, tra le rovine e in mezzo ai massacri della Commune di Parigi, che è stata la prima esperienza di dittatura proletaria in Occidente, l' Internazionale è diventato il canto più diffuso del proletariato rivoluzionario mondiale, l'"inno dei lavoratori", la canzone degli oppressi

Compagni, avanti!
Il gran Partito noi siamo dei lavorator.
Rosso un fiore in noi è fiorito
una fede ci è nata in cuor.

Noi non siamo più nell’officina,
entro terra, pei campi, sul mar,
la plebe sempre all’opra china
senza ideale in cui sperar.

Su lottiam!
L’Ideale nostro alfine sarà,
l’Internazionale, futura umanità!
Un gran stendardo al sol fiammante
innanzi a noi glorioso va,
noi vogliamo per esso giù infrante
le catene alla libertà!

Che giustizia venga, noi vogliamo
non più servi, non più signor!
Fratelli tutti esser vogliamo
nella famiglia del lavor.

Su lottiam!
L’ Ideale nostro alfine sarà,
l’Internazionale, futura umanità.

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BANDIERA ROSSA

Una canzone che non ha bisogno di presentazioni.
Composta a fine Ottocento, è stato l'inno dei socialisti e poi dei comunisti, ma come canto politico è di origine repubblicano. Durante il fascismo e nelle battaglie proletarie dell'ultimo dopoguerra, è diventato il più noto inno del proletariato Comunista italiano.
Il testo originale, quello della tradizione socialista, è stato scritto da Carlo Tuzzi, che però la prima strofa iniziava con

Compagni avanti alla riscossa... ecc.

la versione del PCI è invece la seguente:

Avanti o popolo alla riscossa
Bandiera rossa, bandiera rossa
Avanti o popolo alla riscossa
Bandiera rossa trionferà

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Evviva il comunismo e la libertà!

Degli sfruttati, l'immensa schiera
La pura innalzi rossa bandiera,
O proletari, alla riscossa
Bandiera rossa trionferà

Avanti o popolo alla riscossa
Bandiera rossa, bandiera rossa
Avanti o popolo alla riscossa
Bandiera rossa trionferà

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Evviva il comunismo e la libertà!

Dai campi al mare, alla miniera,
Dei proletari, l'immensa schiera
Avanti é l'ora della riscossa.
Bandiera rossa trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Evviva il comunismo e la libertà!

Non più nemici, non più frontiere,
Lungo i confini rosse bandiere.
O proletari, alla riscossa
Bandiera rossa trionferà

Bandiera rossa la trionferà
Il frutto del lavoro a chi lavora andrà
Bandiera rossa la trionferà
Evviva il comunismo e la libertà!

Avanti o popolo, tuona il cannone
Rivoluzione, rivoluzione,
Avanti o popolo, tuona il cannone
Rivoluzione noi vogliamo far.

Rivoluzione noi vogliamo far
Rivoluzione noi vogliamo far
Rivoluzione noi vogliamo far
Evviva il comunismo e la libertà!

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Nota negli ambienti del proletariato, anche questa canzone fu composta nel lontano 1871, durante La Commune di Parigi

Non siam più la Commune di Parigi
che tu, borghese, schiacciasti nel sangue;
non più gruppi isolati e divisi
ma la gran classe dei lavoratori
che uniti e compatti marciamo
sotto il rosso vessillo dei Soviet,
di Lenin i compagni noi siamo,
la forza del lavor, la forza del lavor.

In piedi, o proletari,
giunto è il dì della riscossa,
in alto la bandiera rossa
simbolo di libertà!
In piedi, o proletari,
giunto è il gran momento
di dire alfin chi siamo,
di dire cosa vogliam,
di dire cosa vogliam.

Vogliam la libertà,
pace, lavoro e pane,
vogliam alfin redimere
la schiava umanità.
Vogliam che sulla terra
sia pace e lavoro,
vogliam che sulla terra
non regni più il dolor,
non regni più il dolor.

Doman nelle officine
non si faran cannoni
ma si faranno macchine
solo per lavorar:
per lavorare il ferro
la pietra con la terra.
Questa sarà la guerra,
la guerra del lavor,
la guerra del lavor!

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Canzoni di protesta

"Che roba Contessa all'industria di Aldo
han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti
volevano avere i salari aumentati
gridavano, pensi, di essere sfruttati
e quando è arrivata la polizia
quei quattro straccioni han gridato più forte
di sangue han sporcato il cortile e le porte
chissà quanto tempo ci vorrà per pulire."

Compagni dai campi e dalle officine
prendete la falce portate il martello
scendete giù in piazza picchiate con quello
scendete giù in piazza affossate il sistema.

Voi gente per bene che pace cercate
la pace per far quello che voi volete
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
vogliamo vedervi finir sotto terra
ma se questo è il prezzo l'abbiamo pagato
nessuno più al mondo deve essere sfruttato.

"Sapesse Contessa che cosa m'ha detto
un caro parente dell'occupazione
che quella gentaglia rinchiusa là dentro
di libero amore facea professione.
Del resto mia cara di che si stupisce
anche l'operaio vuole il figlio dottore
e pensi che ambiente che può venir fuori
non c'è più morale, Contessa."

Se il vento fischiava ora fischia più forte
le idee di rivolta non sono mai morte
se c'è chi lo afferma non state a sentire
è uno che vuole soltanto tradire
se c'è chi lo afferma sputategli addosso
la bandiera rossa gettato ha in un fosso.

Voi gente per bene che pace cercate
la pace per far quello che voi volete
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
vogliamo vedervi finir sotto terra
ma se questo è il prezzo l'abbiamo pagato
nessuno più al mondo deve essere sfruttato.

Ma se questo è il prezzo l'abbiamo pagato
nessuno più al mondo deve essere sfruttato.

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